SPOT THE TRENDS: NEW YORK, LONDRA, MILANO E PARIGI FASHION WEEK part 1_

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Con la chiusura anche della settimana della moda parigina, è giunto finalmente il momento di tirare le somme su queste Fashion Week AI 2020-21. E raccontare quelli che sono stati i mood comuni, che hanno mostrato come la moda sia sempre più un fenomeno poco glocal e molto global.

I numeri della moda sono pazzeschi, non solo per quanto riguarda il fatturato, ma anche per il numero di collezioni che vengono presentate ogni stagione, ed in conseguenza il numero di nuovi modelli che designers e brands devono produrre per creare campionari degni di salire sulle passerelle o diventare protagonisti di eventi e presentazioni. In questa marea di prodotti, più o meno interessanti, diventa fondamentale riuscire a captare quali sono i trend più significativi, così da farne tesoro per i prossimi acquisti.
Innanzitutto, prima di elencare le tendenze più ricorrenti e significative, vanno anche elencati i macro-trend che vanno oltre il mood o il colore scelto per un abito, ma che esprimono invece concetti più allargati, quasi universali. Innanzitutto l’inclusione, concetto chiave della moda del nuovo decennio, che auspica la rottura di schemi (o preconcetti) estetici: via libera quindi a modelle antropomorficamente e anagraficamente diverse. Il secondo concetto ad emergere è quello della fluidità: non più sfilate solo donna ma benvenuti anche gli uomini in passerella, sia che indossino capi maschili sia che indossino capi femminili. E viceversa naturalmente. Per finire poi un tema caro non solo alla moda ma a milioni di persone: la sostenibilità. Etico, ecologico e sostenibile sono i mantra non solo delle nuove (ed interessanti) generazioni di designers, ma anche dei brands istituzionali.

Inclusione, fluidità: concept chiave delle sfilate A/I 2020-21.
Da sinistra: Toga (New York), Act n°1 (Milano), Alexander McQueen (Parigi), Haider Ackermann (Parigi)

TREND 1_ROMANTIC PARADE
‘Love is in the air’ pare sia stata in assoluto una delle canzoni più ascoltate e cantate dai direttori creativi di moda. Voglia di romanticismo o semplicemente fuga dalla cupa realtà? Poco importa a noi mortali. Intanto possiamo sognare mises da favola, complete di tutto ciò che fa subito roman-tico: pizzi, merletti, ricami, trasparenze, leggerezze, ruches, plissettature, fiori à gogo. Manca solo una tiara e l’effetto principessa Disney è in agguato. Per fortuna in molti si sono divertiti a sfatare il mito di Cenerentola &co. Da usare con molta cautela.

#balze_Erdem (London), Jil Sander (Milano), Jonathan Simkhai (New York), Louis Vuitton (Paris)

#fiori_Act n°1 (Milano), Maison Margiela (Paris), Rodarte (New York), Gucci (Milano)

#ricami & co_Act n°1 (Milano), Erdem (London), Gilberto Calzolari (Milano), Maison Margiela (Paris)

#ruches_Act n°1 (Milano), Jason Wu (New York), Andrson (London), Marco De Vincenzo (Milano)

#trasparenza_Antonio Marras (Milano), Antonio Marras (Milano), Maison Margiela (Paris), Rokh (Paris)

TREND 2_CHECK (THIS OUT)
Quadri in tutte le misure e in tutti i colori. Maxi e micro per creare mix dall’effetto ottico illusorio, spesso dal sapore post-punk. Quadretti dall’effetto retrò e molto bon-ton si alternano a quadri maxi per outfit potenti e di grande impatto visivo. Per chi fosse amante degli anni ’90 potrà conti-nuare dunque a indossare le camicione degli anni passati, magari con un bel tubino piumato, così da evitare l’effetto grunge. Pourquoi-pas?

#maxi checks_Awake (Paris), JW Anderson (London), Palm Angels (New York), Stella McCartney (Paris)

#post-bon ton_Miu Miu (Paris), N21 (Milano), Gucci (Milano), Y-project (Paris)

#post-grunge_Antonio Marras (Milano), Dries Van Noten (Paris), Maison Margiela (Paris), Victoria Bekham (London)

#post-punk_Alexander McQueen (Paris), Antonio Marras (Milano), Antonio Marras (Milano), Monse (New York)

TREND 3_DECONSTRUCTED CROSSOVER
E per omaggiare i fantastici anni ’90 e il suo decostruttivismo nippo-anversiano ecco un’ondata di richiami alle collezioni di Rei Kawakubo e Yohji Yamamoto, passando appunto per Martin Margiela & co. I capi vengono decostruiti con precisione sartoriale e finiscono con l’essere ibridati da com-ponenti prese da outfit più casual, creando spesso un patchwork di tessuti, pattern e colori. Spe-rimentazioni queste molte amate nelle ultime stagioni, che riservano comunque sempre delle pia-cevoli sorprese per gli spettatori. Anche quelli che gli anni ’90 li hanno vissuti direttamente.

#’90s deconstructionism_Acne Studios (Paris), Loewe (London), Maison Margiela (Paris), Simone Rocha (London)

#fragmentation_Anne Demeulmeester (Paris), Maison Margiela (Paris), Marni (Milano), Toga (London)

#hybrid deconstruction_Acne Studios (Paris), Act n°1 (Milano), Jonathan Simkhai (New York), Antonio Marras (Milano)

#tailored deconstruction_Antonio Marras (Milano), Maison Margiela (Paris), Monse (New York), Rokh (Paris)

 

Barbara LG Sordi
Direttrice creativa e Tutor Accademia del Lusso Milano