Lo skateboard è una disciplina sportiva praticata tramite l’utilizzo di una tavola in legno con quattro ruote fissate sotto di essa con due carrelli in metallo (trucks).
Esso è ormai da tempo non solo un passatempo per ragazzi, bensì un vero e proprio fenomeno culturale e sociale che ha saputo esprimersi in molteplici modi, mediante la musica, l’arte ma soprattutto la moda, che è stata lentamente contaminata da questa sub cultura underground fino ad arrivare ad oggi, dove jeans baggy e skateboards sfilano durante la fashion week per i brand più disparati. Ma è necessario fare un passo indietro per scoprire le origini di questa cultura e come ha influenzato le tendenze moda.
Lo skateboard nasce negli anni 70 in California, quando i surfer per mancanza di vento in determinati periodi dell’anno decidono di costruire delle tavole con ruote per poter emulare i movimenti del surf sull’asfalto . Il loro esperimento supera le aspettative e in poco tempo si crea una comunità di ragazzi appassionati con tavole rudimentali e scarse protezioni che tra un ginocchio sbucciato e un livido che tra un ginocchio sbucciato e un livido sperimentano continui e nuovi “tricks”, capendo di avere un ventaglio di possibilità più ampio rispetto a quello che il surf capendo di avere un ventaglio di possibilità più ampio rispetto a quello che il surf poteva dare.
Questo gruppo di ragazzi si accorge che il solo asfalto non basta più . Quindi decide di intrufolarsi all’interno delle ville da vacanza di privati inutilizzate durante l’anno per cercare piscine svuotate, le cosiddette bowls , e girare al loro interno simulando le onde del mare.
E’ quindi così che nascono le due principali discipline che ancora oggi vengono praticate: il “ flat ” e la bowl.
Con il passare d egli anni lo skate si diffonde in tutta la West coast portando alla creazione di piccole associazioni di appassionati che organizzano tornei e iniziano a costruire piccoli skateparks dove potersi allenare in sicurezza.
E’ la generazione di Tony Hawk e Steve Caballero, che ispirati dagli stessi ragazzi californiani che anni prima inventarono questo sport portano ad un livello successivo la disciplina, gettando le basi per tutti i tricks che conosciamo oggi.
La vera differenza sostanziale è però la nascita di brands e sponsorizzazioni che vanno a valorizzare e professionalizzare lo skate, creando team di skater con sponsor e tavole personalizzate che competono tra di loro in tornei e contest.
E’ da questo punto in poi che lo skate influenza le tendenze dei giovani. Infatti il famoso marchio di scarpe “Vans” creato proprio in California nel 1966, decide di incentrare la propria produzione su scarpe adatte allo skateboard, con la scuola piatta e tallone rinforzato, creando silhouette eterne e adatte a tutti, e che si diffondono velocemente tra i ragazzi mentre in parallelo le magliette con grafiche stampate dei marchi di skateboards iniziano a esse re commercializzate diventando dei cult proponendo design accattivanti e colorati.
Il tempo passa e lo skate è ormai un’ onda inestinguibile . Ma nonostante la sua veloce diffusione tra i giovani rimane una realtà di nicchia, una sub cultura ribelle composta da chi si incontra negli skatepark e ascolta hip hop libera da distinzioni sociali o di genere e capace di unire tutti quanti, dal ragazzino inesperto all’adulto che organizza tornei e che stampa le magliette del proprio brand.
Sono gli anni Novanta, il periodo d’oro di questa disciplina, dove si inizia ad affermare il concetto di skater come vero e proprio atleta che appartiene ad un team e al quale vengono girati video in cui si diletta in tricks e promuove nuove scarpe o nuovi brands, aumentando la sfera di marchi che si occupano di sviluppare nuove scarpe o componenti per migliorare le tavole.
In questo periodo si nota il vero distacco che lo skate compie dal se stesso di vent’anni prima. Ormai non si trattava più di scarpe di tela e tavole in legno rettangolari ma di scarpe disegnate apposta per performance migliori e di vestiti adatti al comfort sulla tavola.
Questo passaggio è fondamentale per la nostra analisi perché è proprio questo periodo la miniera da cui i marchi di lusso hanno preso ispirazione nei giorni nostri. L’abbigli amento dello skater negli anni novanta era infatti composto da maglie oversize con grafiche stampate, pantaloni larghi e scarpe imponenti gommate, le principali tendenze che hanno influenzato la moda negli anni successivi.
Nel 1994 James Jebbia fonda Supreme , un marchio di skate che si rivolge alle culture hip hop e punk rock proponendo grafiche provocatorie e mostrando nei loro video le sotto culture di New York. Questo brand diventa subito culto, fino ad arrivare al pubblico
mainstream nel 2012 e nel 2017 addirittura a collaborare ad una capsule con Louis Vuitton , che sancisce l’ingresso della cultura streetwear nel mondo della moda.
La relazione tra Louis Vuitton e il mondo dello skate però non è destinata a finire con quella collezione, perché poco tempo dopo, con la salita di Virgil Abloh al ruolo di direttore creativo del brand, la presenza della cultura skate diventa preponderante se non addirittura una delle maggiori fonti di ispirazione del brand francese dal 2018 ai giorni nostri.
Tutto questo grazie allo s tesso Abloh, che innamorato del mondo dello skate e dei graffiti, arriverà addirittura a creare una silhouette esclusiva di scarpa Louis Vuitton come Pro model per Lucien Clarke, uno skater professionista.
Il linguaggio di Vuitton dal 2018 non è più quindi un lusso raffinato e di classe, ma una fusione tra culture urban, musica, arte e skateboard. Lo notiamo con facilità nella collezione primavera estate del 2019, la prima sfilata d i Virgil, dove vengono sfoggiati
pantaloni larghi, scarpe che ricordano sneakers e capi tinti con la tecnica del tie dye che evocano l’atmosfera californiana.
Vuitton non si è limitato solo a creare abiti ispirati al mondo dello skate, ma ha anche creato delle proprie tavole decorate con
il classico monogram e completamente brandizzate. Di tavole appartenenti ai brand di lusso però non troviamo solamente LV, difatti altri marchi dello stesso calibro hanno voluto creare le proprie tavole signature come per esempio: Dior, Saint Laurent e Versace.
Questo fenomeno è probabilmente legato alla forte presenza dello skate nella cultura pop della società, da sempre fonte di ispirazione per il mondo della moda. I brand più importanti si sono quindi avvicinati a questa realtà portando nelle proprie sfilate inevitabilmente delle citazioni alla cultura urban.
Nella collezione autunno inverno di Louis Vuitton di quest’anno, notiamo l’apoteosi della presenza del mondo skate, partendo da bomber oversize, jeans dal taglio baggy, cappellini panel 6 e panel 5, varsity jacket e skate utilizzati come accessorio fatto sfilare in passerella. Inoltre, è stata mostrata una nuova Inoltre, è stata mostrata una nuova silhouette di scarpe del brand silhouette di scarpe del brand parigino ispirate alle calzature calzature da da skate dei primi anni 2000, skate dei primi anni 2000, appartenenti ai marchi come DC e enti ai marchi come DC e Globe, Globe, confermando l’infinito pozzo di ispirazione che questa cultura cultura riveste.
Lo skateboard ha quindi mostrato la sua forte influenza da sempre, permettendo ad una cultura libera e giovane di esprimersi nella moda, linguaggio artistico universale che rispecchia la società e i suoi usi e costumi.
Dalle strade californiane , questo sport ha fatto innamorare generazioni di persone di tutto il mondo, arrivando ad essere disciplina olimpica alle Olimpiadi di Tokyo 2020 e diventando simbolo delle sub culture degli anni Novanta, un decennio ricco di cambiamenti
sociali e di stile da cui come i grandi brand hanno saputo fare, possiamo oggi prendere ispirazione.