Da Rebel Wilson a Barbie Ferreira: cresce la ribellione delle attrici plus-size stanche degli stereotipi imposti sul grande schermo dai produttori. Un attacco alla grassofobia del cinema in nome dell’inclusività.
Le attrici curvy sono da sempre protagoniste sul grande schermo, basti pensare a Sophia Loren o Monica Bellucci che sono diventate, grazie alle loro forme, icone di femminilità e sensualità. C’è però una sostanziale differenza tra attrice curvy e attrice plus size, a partire delle taglie stesse. E se la prima viene elogiata per il suo fisico formoso, la seconda, proprio a causa di quelle forme più prosperose, viene relegata a ruoli secondari e poco femminili.
La grassofobia può essere ricollegata al mondo del cinema, specchio dei nostri giorni. Come possiamo accettare il diverso da noi se in primis è il cinema a discriminare chi non rientra in un determinato standard di bellezza?
Viente tanto criticata la moda perché non inclusiva, fautrice di una bellezza utopica, ma sul grande schermo la differenza non è molta. E, come nella prima, non è presente una sensibilizzazione nei confronti delle diversità. Sullo schermo l’attrice plus-size è rilegata al ruolo de’ “l’amica brutta”, la sfigata che fa da spalla alla protagonista. Una donna insomma che ha poco da esibire al di fuori della sua vena comica.

All’interno dell’industria c’è chi è ormai stanco di questo binomio plus size- buffa e decide di rompere gli schemi, ribellandosi. Come l’attrice Barbie Ferreira (Kat in Euphoria ndr.) che lo scorso agosto ha lasciato la serie prodotta da HBO Max dopo due stagioni. «Non ho nulla contro gli sceneggiatori. Non volevo essere l’amica grassa; credo che, ormai, Kat non potesse più andare da nessuna parte. Avrebbe potuto, c’erano le possibilità, ma non in questo show», ha affermato la stessa interprete. Ormai stanca della linea narrativa scelta per il suo personaggio.
Oppure potremmo riportare il caso di Rebel Wilson che per anni è stata pagata dall’industria di Hollywood per non dimagrire. E che, nel 2020, ha deciso di intraprendere un percorso di perdita del peso. Lei stessa, durante un’intervista, affermò di non essere stata supportata neanche dal suo stesso team. Neppure quando ha iniziato a pensare alla necessità di dimagrire per preservare la propria salute all’alba dei quarant’anni. “E loro dicevano ‘Perché? Perché vuoi farlo?’. Me lo hanno detto perché stavo guadagnando milioni di dollari come la divertente ragazza grassa”. Come se poi non avesse dimostrato, una volta dimagrita, di essere una delle attrici comiche più valide sul mercato.
Se invece l’attrice plus size è protagonista di un film, questo si trasforma in una vera e propria parabola grassofobica. Secondo cui una donna non può essere grassa per attrarre un uomo, esattamente come nel film “Amore a prima vista”. La pellicola dove Jack Black inizia ad innamorarsi di una grassa Gwyneth Paltrow solo perché, a causa di un incantesimo, la vede magra.
Per far sì che la società inizi ad apprezzare il diverso c’è prima di tutto bisogno che a farlo siano la moda, il cinema, la televisione. Solo così, forse, potremmo finalmente dire di essere inclusivi. E non sarà finalmente arrivato il momento di includerle queste diversità anziché discriminarle?
Foto Rebel Wilson: gazzetta.it