“Non si tratta di novità ma di espansione, non si parla di inventare ma di reinventare” così Prada riscrivere la storia del gilet, ma a modo suo.
Viaggiare nel tempo non è solo fantascienza e per la ss 24 Miuccia Prada e Raf Simons salgono sulla macchina del tempo alla ricerca di leggerezza, fluidità e comodità. Con lo sguardo rivolto al passato e la mente proiettata al futuro, il duo creativo non torna certamente a mani vuote: affascinati dallo stile di Joseph Beuys ripropongono il gilet da pesca, tappezzato da una miriade di tasche e taschini, che l’artista amava abbinare ad una fedora in feltro.
Nostalgia del passato? Forse sì o forse no, certo è che “il futuro ha radici antiche” e Miuccia e Raf Simons questo lo hanno capito bene.

Fu Re Sole a scrivere il “C’era una volta” del gilet, ben tre secoli fa, mosso dall’ esigenza di far indossare ai gentiluomini a Corte abiti che li distinguessero dalla borghesia. Da quel momento il destino del gilet venne affidato al corso della storia : un costante “work in progress”, dove la parole “fine” ancora non è stata scritta.

Con Miucciae Raf Simons si aggiunge un altro capitolo in stile Prada e a farli compagnia i designer come Virgil Abloh e Yosuke Aizawa di White Mountaineerin che già da tempo avevano annunciato l’entrata in scena dell’estetica utility.
Insomma, se anche questa volta il gilet sia tornato per restare non possiamo saperlo, certo è che Prada è riuscita a riadattare il gilet da pesca in chiave pratica e comoda, ma senza mancare di eleganza. Il futuro del gilet da pesca, dunque, è ancora tutto da scrivere. E spetta voi, cari lettori, prendere carta e penna.