Cosa succede se nel bel mezzo di una rivolta nazionale arriva la settimana più amata dai super ricchi di tutto il mondo? Si va avanti. Perché i veri problemi, finché non ci riguardano, non esistono. Così, in una Francia in fiamme, le celebrità sfoggiano piume e orli dorati. In una Parigi ormai fuori controllo, c’è chi ostenta il lusso più sfrenato. Questa è la Couture Week.
Dopo cinque mesi di tensione nelle piazze, con le manifestazioni contro la riforma delle pensioni, in Francia ora sono soprattutto i giovanissimi a scontrarsi con la polizia. E se prima si arrivava “al massimo” ai lacrimogeni, adesso le più importanti città francesi sono letteralmente in fiamme.
Tutto è iniziato martedì 27 giugno, quando a Nanterre un ragazzo di 17 anni, Nahel, è stato ucciso da un poliziotto. Freddato a colpi di pistola per non essersi fermato a un posto di blocco. In un mondo in cui tutto viene ripreso e postato online, c’è ovviamente chi non si è fatto scappare questo. E può un video del genere non diventare virale? Un video in cui un uomo in uniforme, che dovrebbe proteggere dal pericolo, urla ad un ragazzino “ti becchi una pallottola in testa” prima di sparargli. È agghiacciante. E rivedere questo video online, ancora e ancora, non fa che buttare benzina sul fuoco.
Tra Rennes, Nizza, Marsiglia, Lione e Parigi (con disordini registrati anche in Belgio e Svizzera) è Internet la vera capitale della rivolta. E a chi come noi, che dalla propria comfort zone sta seguendo il tutto sui social, sembra di guardare un film prodotto dalla Marvel. O qualcosa di simile. Come se si fosse aperto un portale nel multiverso e due diverse versioni di Parigi fossero finite per sbaglio nello stesso posto.
Perché, se Maison come Celine hanno annullato il proprio show – perché sì, effettivamente “organizzare una sfilata in un momento simile è semplicemente fuori luogo e sbagliato” – la Couture Week invece deve andare avanti. Altrimenti i super ricchi questo inverno chi li veste? Le celebrities come fanno se ai Golden Globe e agli Oscar non hanno cosa mettersi addosso? Mica sono tutti controcorrente come Hugh Grant, che non ha vergogna di dire cose come “cosa ho addosso? Il mio solito vestito”.
Ci vuole del coraggio a riconoscere quali sono le vere priorità nella vita. Che poi ci coinvolgano direttamente o meno. Non si può restare impassibili di fronte a tutto quello che succede nel mondo: il cambiamento climatico, le sensibilizzazioni, i diritti umani… La moda dovrebbe raccontare quello che succede fuori dalle sue luccicanti location. Per quanto si voglia dire il contrario, la moda è politica. Non esisterebbe senza. E soprattutto, i problemi del mondo non sono solo responsabilità dei Capi di Stato. Sono anche nostri, altrimenti ci sarebbe la monarchia, no?
Allora di certo non si può annullare di punto in bianco il lavoro di mesi, aldilà dei capitali investiti e di tutto quello che gira intorno ad eventi del tipo. Ma c’è una cosa che può essere adattata ad ogni situazione, anche in contesti del genere: la sobrietà. La non-ostentazione. Di cui Cardi B che arriva alla sfilata di Schiaparelli non è stata proprio l’immagine (che poi, non aveva caldo?). Forse è vero che quello dell’alta moda è un mondo a parte, solo per ricchissimi. Ma abbiamo solo conti in banca diversi o viviamo su due pianeti lontanissimi tra loro?