Da Rahul Mishra l’immaginazione diventa realtà

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Con Rahul Mishara l’india approda alle ambitissime passerelle dalla couture francese. Il brand indiano è testimone del continuo decentrarsi della moda, che si sposta verso l’oriente, e presenta una collezione roboante e ricca di ricami.

Di cosa è fatta la couture se non di sogni e grande artigianalità? Lo sa bene Rahul Mishra che per Parigi propone una collezione tutta ispirata all’arte del ricamo. L’opera, che richiede per ore, giorni o anche mesi, una concentrazione quasi religiosa è il c’era una volta della favola narrata a Parigi dal brand indiano. Un’arte antica quella del ricamo che per la stagione Rahul Mishra interpreta attraverso capi di un eccellente virtuosismo artigianale. Un turbinio di idee, un viaggio che nasce dalla meditazione del ricamo.

La collezione però non racconta dei ricami in se, della loro bellezza o complessità, la collezione parla di persone. Il titolo è infatti “We, The Perople”. Un ricamo non si fa di certo da solo e allora il brand decide di omaggiare chi passa ore e ore su un unico pezzo di tessuto facendo viaggiare l’immaginazione che, come diceva Albert Einstein “circonda il mondo”. Il brand del Gange accende i riflettori sulle mani che stanno dietro alla realizzazione di una collezione. Davanti un mondo che elegia solo le idee Mishra omaggia chi a queste idee da forma annodando, avvolgendo e tirando preziosi fili di seta.

Quando si ricama la mente viaggia verso mondi paralleli. Le ricamatrici, per questa stagione, sono finite in uno stagno di fiori di loto. A camminare sull’acqua sono le stupende donne di Erte, illustratore del primo 900, che hanno ispirato la collezione. Così sulla passerella prendono forma raffinati abiti che ricordano il mondo della natura. Una natura selvaggia fatta di stupendi fiori e di animali feroci ricamati a regola d’arte su abiti di couture. Il brand propone una moda lenta, lontana dai frenetici ritmi occidentali. Per la realizzazione di ogni singolo pezzo della collezione ci sono volute una media di tremila ore ciascuno.

Una frontiera nuova quella dell’India, ma su cui, chiaramente, vista la complessità della collezione, c’è interesse a investire. Forse questo spostamento riporterà la moda alle sue origini quando al centro c’erano i capi e le storie di chi li creava. Chi lo sa! Di certo però c’è che sui red carpet dell’anno a venire gli abiti di Rahul Mishra non mancheranno.