Tutto inizia nella città di Milano e ad oggi tradizione e Made in Italy rimangono i caposaldi del marchio
La storia della manifattura di Daniele Amato affonda le sue radici in una lunga tradizione artigianale, avviata da Luigi Locati nei primi anni del Novecento. Più precisamente nel 1901, anno nel quale aprì una piccola bottega specializzata in decorazioni in cuoio per copertine di libri sacri, dedicandosi poi alle borse. Parliamo di preziose produzioni che hanno accompagnato royalties e star come Principessa Diana, la regina Elisabetta II a Grace Kelly.
Più di cento anni di storia e tradizione che oggi vede come guida creativa l’omonimo designer Daniele Amato, settima generazione della famiglia Locati. Un’azienda a conduzione familiare che si impegna a portare avanti il grande lavoro della manifattura nel territorio italiano, innovandosi e innovando continuamente. I modelli infatti non perdono di eleganza e armonia, affiancando creatività e modernità. Grazie all’utilizzo di un antico telaio dell’800 l’heritage rimane nel DNA del marchio e materiali preziosi come seta, raso pelle, velluto e fili in oro puro vengono lavorati sotto chiave contemporanea.
Anche quest’anno, per la collezione FW23/24, il direttore creativo ci ha affascinato. Clutch in velluto di raso e mesh velvet nei toni del fuxia e blu elettrico, saddle in tessuto Obi e crêpe in eleganti colori quali nero e oro. Ciò che rende questa azienda al passo con i tempi è la capacità di tradurre importanti tematiche sociali: la sostenibilità. Per la stagione estiva è declinata in una capsule upcycled, attraverso l’impiego di materiali naturali come paglia, corda e tweed nel rispetto dell’ambiente.
Foto: courtesy of Daniele Amato
