Al mare sì ma con le righe

da | STYLE

Si guardano ma non si sfiorano. Rigano dritto e non si voltano. Ricordano il mare, ma dopo una tempesta. Le ritrovi nell’orizzonte, ma scompaiono in fretta. Un tempo poco apprezzate, ma ad oggi tanto amate per i mesi dell’estate. Gli italiani le chiamano righe, i francesi reyurs, ci eri arrivato? scommetto di no. 

La riga come marchio d’infamia

Premessa:

Su due binari paralleli Moda e Storia viaggiano di pari passo, ma ognuna per la propria strada : l’una è lo specchio dell’altra. Ciò che non dice la storia, lo racconta la moda con i suoi abiti, colori e forme.

Una storia tanto assurda, quanto affascinante quella delle righe, che si vela di nero, per poi colorarsi di bianco, nella speranza di un finale da e vissero tutti felici e contenti. Spoiler : il finale sarà come quello delle favole.

maglia a righe

Nel medioevo indossare un indumento a righe o “stoffe del Diavolo”, significava presentarsi al mondo come “uno scarto della società”: buffoni, prostitute, boia, prigionieri sono stati condannati alle righe per sempre — con un chiaro intento discriminatorio. Non è un caso che anni più tardi il terzo reich imporrà l’infame uniforme a righe grigie e blu per i prigionieri dei lager. “Il diavolo si nasconde tra le righe”, Michel Pastoureau lo scrisse nel suo libro e la Storia e la Moda lo hanno confermato.

Alle fine del 700′ le righe si schierano in prima fila sul campo di battaglia insieme ai soldati : lo scoppio della guerra d’indipendenza americana rende celebre il vessillo a strisce, pertanto indossare abiti rigati diventa un modo per affermare le proprie simpatie liberali. Tuttavia, le righe non conquistano solo l’America, ma sbarcano in Francia e diventano il vessillo della rivoluzione francese: le bande blu, bianche e rosse colorano le coccarde tricolori e gli abiti delle ”Merveilleuses”.

21 come le vittorie di Napoleone

«I bretoni nascono con l’acqua del mare intorno al cuore, affinché l’acqua salata non abbia mai il sapore delle lacrime», recita un vecchio proverbio del popolo bretone. 

La leggenda narra che l’incontro d’amore tra le righe orizzontali e il mare avvenne proprio in Bretagna (Breizh in bretone), la penisola alla fine della terra affacciata sull’Atlantico e sul canale della Manica. Pescatori e marinai non potevano far a meno della maglia a righe o “righe bretoni”: la indossavano giorno e notte, durante la navigazione e sulla terra ferma.

Tuttavia, se le righe avevano già ammaliato il mare, non passò molto tempo affinché conquistassero anche il cuore della marina militare. 

Era il 1858 quando la maglia a righe orizzontali (marinière) entrò ufficialmente nella divisa della marina francese: 21 righe blu indaco per ciascuna delle vittorie di Napoleone, con strisce bianche due volte più grandi di quelle blu; il collo era svasato e le maniche dovevano avere 15 righe bianche e 14-15 righe blu, questa la “chemise per gli amanti del mare” 

marinai francesi

Curiosità

Le righe orizzontali consentivano ai pescatori e mariani di localizzare con maggiore facilità un caduto in mare, perché ben visibili tra le onde.

Lo stile chic balneare della visionaria Coco Chanel

Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Una legge universale, quella del chimico e fisico Antoine-Laurent Lavoisier, che persino Coco Chanel sembra seguire alla lettera.

Il design delle chemise della marina con le righe orizzontali non sfugge allo sguardo sagace di Coco, che “ritrasforma” la marinière comme elle aime (come piace a lei) 

marinière

Forse sarà stato il destino o forse no a traghettare Coco sulle Coste della Normandia quel lontano 1913 per l’apertura del suo secondo negozio. Fatto sta che la giovane Chanel scelse proprio la località balneare più affascinante della Côte Fleurie, Deuville.

Sedotta dal profumo della salsedine e dalle divise a righe bianche e blu dei marinai, Coco non ci mise molto ad intuire il potere seduttivo di quelle strisce che ricordano il mare.

“ La immagino difronte alla scrivania, con i bozzetti sotto gli occhi e una matita tra le mani. Ascolta o’marinarello di Massimo Ranieri, mentre canticchia qualche parola sottovoce. Lascia libero spazio alla fantasia e all’immaginazione, mentre insieme alle note della canzone, ascolta soprattutto il suo cuore.” 

Coco Chanel – 1928

L’incantesimo si avvera e la nuova collezione di Coco prende vita come per magia: righe, righe, righe e ancora righe. In poco tempo quella che sembrava essere una maglia da divisa destinata unicamente agli uomini di mare, si trasforma in una vera e propria tendenza di moda (anche per le donne): il vêtement dello stile chic balneare.

Grazie Coco & Gerald e Sara Murphy 

Tranquilli, il mio ruolo di Cicerone non è finito qua.

La Francia ama le righe grazie a Coco Chanel e il mondo le conosce grazie a Gerald e Sara Murphy due ricchi americani, che trascorrevano la stagione estiva sulla costa meridionale della Francia negli anni Venti, nella villa di Cap d’Antibes, il loro nido d’amore. In quel luogo magico, amore e arte convolavano a nozze grazie agli artisti e scrittori che popolavano la residenza dei coniugi Murphy, quali Dorothy Parker, Ernest Hemingway, Pablo Picasso, Fernand Léger e Francis Scott Fitzgerald. 

Gerald e Sara Murphy 

Durante uno di questi soggiorni estivi, Gerald e Sara Murphy decisero di distribuire agli ospiti una serie di maglie a righe orizzontali, trovate in uno spaccio di vestiti per marinai. Fu amore a prima vista, non solo per loro ma per tutto il mondo: da Marilyn Monroe, con la sua breton a righe rosse a Audrey Hepburn che amava indossarla in tutte le versioni.

Audrey Hepburn – Marylin Monroe

Tra i grandi pilastri della moda ad affezionarsi alle righe c’è Jean-Paul Gaultier : ” È innanzitutto il potere evocativo di questo capo che conta per me, una nostalgia…E poi questo maglione alla marinara mi interessa per il suo lato grafico…L’ho fatto in tutti i modi possibili e impossibili”

Jean-Paul Gaultier

Cari lettori la favola è giunta alla conclusione. Buona estate, e ricordate: al mare sì ma con le righe.

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