Chi era Enrico Coveri negli anni Ottanta? Come e quali sono state le motivazioni che hanno modificato il suo gusto, passando da look monocolore stravaganti e paillettes a polo, bermuda e semplici completi da ufficio dai toni spenti?

GLI ANNI ‘80 DI ENRICO COVERI
Gli anni di plastica, la forma fisica, l’abbronzatura, l’alimentazione macrobiotica, la cura del corpo, i body e gli scaldamuscoli super colorati rappresentano a pieno l’essenza degli anni ’80.
Niente era lasciato al caso e Enrico Coveri era fra i più attenti designer a rispettare queste regole.
Lo stilista pratese, noto per aver imboccato per primo la strada verso le passerelle parigine, si distingueva per l’uso di tinte e tonalità molto accese. Saturazione di verdi, blu, rossi e gialli dipingevano il suo guardaroba, allineandosi con lo spirito di quei tempi.
I tratti principali del suo stile erano tre: i colori, le stampe e le paillettes. Queste ultime erano il suo vero marchio di fabbrica, la sua firma. Esse, che fino a quel momento erano utilizzate solo in ambito teatrale, iniziano ad essere applicate agli abiti sotto il nome di Coveri, il quale ne aveva fatto conoscenza durante i suoi primi studi come scenografo e costumista del teatro.
«Le paillettes stanno a Coveri come le catene a Chanel» scrisse Le Figarò.
Nel 1982 esce il profumo di Coveri soprannominato appunto Paillettes.
Per attirare maggiormente l’attenzione sulle sue creazioni aveva escogitato un nuovo modo di fare la propria moda. Lanciava collezioni con palette totalmente opposte alle stagioni correnti, associando colori caldi ai periodi più freddi e colorazioni scure e cupe all’estate e alla primavera.



IL RAPPORTO CON L’ARTE
Coveri era noto per il suo savoir-faire di reinterpretare un’opera d’arte in abito da sera.
Le Transavanguardie italiane, la bad painting americana e i graffiti metropolitani di Keith Haring assieme a Matisse, Chagall e Mirò rappresentavano le ispirazioni artistiche da cui traeva spunto. Emblematica è stata la collezione Touche presentata a Milano nel 1972 che ha contribuito a consacrare il suo successo.

NON SOLO MODA
Negli anni la maison si è distinta anche in altri settori diversi da quello modaiolo.
Nel 2002 ha realizzato i costumi per il balletto di Andre Prokovsky Il grande Gatsby al Teatro alla Scala e nel 2010 i costumi per il musical Cats’ di Saverio Marconi; nel 2009 ha disegnato le divise ufficiali per la squadra di calcio dell’Inter.
OGGI
Agli inizi degli anni ’90 Enrico Coveri viene a mancare e il marchio passa nelle mani della sorella Silvana, fino a quando, pochi anni più tardi Francesco Martini Coveri, il nipote di Enrico, diventa direttore artistico, prima di You Young Coveri -seconda linea del brand- e nel 2001 anche della linea principale. Da questo momento il gruppo ha iniziato ad aprire boutique in tutto il mondo e ha ampliato le sue collezioni alla donna, al bambino, ad articoli per la casa, accessori, gioielli e altro ancora.
Francesco Coveri ha dato un colpo di spugna al passato fatto di stampe, colori e brillantini per rinnovarsi e stare passo con i tempi.

Immagini: https://moda.mam-e.it/enrico-coveri/, https://www.oggi.it/moda/gallery/enrico-coveri-il-colore-degli-anni-80-gallery/?foto=correlati&view=big