Camille Miceli tratteggia la risalita di Pucci con la collezione Supernova. Una stella che brilla intensamente nell’universo: è luminoso il futuro che attende la maison fiorentina.
Emilio Pucci è uno di quei brand la cui affascinante storia è stata totalmente dimenticata. Un realtà imprenditoriale nata quasi per caso che, nello scorso secolo, era simbolo dell’edonismo tipico della dolce vita italiana. Fino a poco fa, infatti, nessuno sentiva parlare delle nuove collezioni firmate Pucci: il nome riecheggiava solo tra i mercatini vintage o nei bauli delle nonne, dove l’eco colorato e chiassoso dei foulard psichedelici faceva tornare alla mente chissà quali ricordi. A Camille Miceli, direttrice creativa dal 2021, l’arduo compito di riportare in auge il brand nato sulle sponde dell’Arno.

E allora via libera alla collezione Supernova. Un viaggio nel passato di maison Pucci con lo scopo di riportare il brand allo splendore iniziale, tornare a farlo brillare proprio come una supernova. L’artigianalità fiorentina si mixa con la tecnologia, e le stampe, che hanno fatto la storia della moda, prendono una nuova veste. Il tutto incorniciato da uno styling carismatico ed accattivante che catapulta Pucci nel contemporaneo.

Una nuova veste per l’anima del brand: le stampe
Camille nel progettare la risalita del brand fiorentino riparte dalle stampe. Vera anima della maison che l’hanno resa famosa ed intramontabile negli anni. Simbolo del fervore e della rivoluzione degli anni ’60 i motivi psichedelici di casa Pucci tornano a splendere sotto nuova forma. Quadretti e strisce geometriche sono i punti cardine della stampa Giardino, simbolo della collezione. Ad affiancarla altri due motivi: Fior di loto studiata sulla ripetizione grafica e modulare di tulipani. Nella collezione anche una riedizione di una stampa già ideata da Emilio stesso alla fine degli anni ’50 ed ispirata alle bandiere del Palio di Siena chiamata Lecorno. Tema cardine, quello del Palio, in tutta la collezione il cui colore principe è proprio il rosso che regala agli abiti una svolta teatrale, quasi sacra.



Se la sacralità delle iconiche stampe è stata profanata con successo da Camille, a non cedere al fascino della tecnologia e della modernità sono le lavorazioni e la sartorialità che hanno fatto grande il made in Italy. Lussuosi cashmere ed elaborati jaquard rivelano come la maglia lavorata ad ago degrade incarni alla perfezione il mondo Pucci rendendolo immortale nel tempo.

Parola chiave: trasversalità
Ad accompagnare ogni collezione firmata da Camille è senza dubbio la trasversalità delle proposte che diventano sempre più contemporanee ed adatte a chiunque. Così al fianco delle storiche lavorazioni sartoriali sono previsti capi che interpretano alla perfezione il contemporaneo. Gilet e stivali in eco-fur, jumpsuit second skin stampa tatoo e cappotti cocon shape. Tutti possono vestire, o meglio, vivere Pucci e quindi in collezione coesistono la forza conservatrice dei completi sartoriali rigidi e rigorosi e la spinta giovane e trendy dei cappotti in pvc, dei bikini irriverenti e delle mini gonne skater.

A rendere il tutto ancora più cool e contemporaneo uno styling da 10 e lode. Una disarmonica e, quasi disturbante, armonia delle forme che alternano la leggerezza degli abiti second skin alla pesantezza degli stivali yeti interpretati per la collezione in 3 differeneti stile. E come non parlare dei gioielli che indagano nuove forme dell’idea stessa di bijoux sfidando il loro senso di esistere.

A debuttare in casa Pucci una nuova borsa, forse la prossima it-bag, chi può dirlo? La Pucceli realizzata in pelle di agnello termoformata e pelle di vitello. Un design rigido spezzato da elementi ondulati in rosa o nero ed elementi in catena al contempo decorativi e funzionali.

Lanciata a settembre, la collezione see now buy now, verrà proposta in diversi drop mensili fino a febbraio, in vendita direttamente nelle boutique e online. Noi non stiamo nella pelle al pensiero del ritorno in grande del brand fiorentino e voi: cosa ne pensate?
